Elogio dell'ignoranza e dell'errore

Il libro “Elogio all’ignoranza e all’errore” è un saggio di Gianrico Carofiglio, pubblicato nel 2024 dalla casa editrice Einaudi, al prezzo di 12,50.

Partendo da diversi aneddoti relativi a personaggi noti, scoperte rivoluzionarie e casi relativi a crimini risolti con negligenza o abilità negativamente persuasive, l’autore analizza come sia effettivamente controproducente guardare agli errori come fossero elementi demoniaci. Dietro alcuni di essi, si celano però scoperte tra le più importanti o utili: la scoperta della penicillina, del Viagra, del color malva (primo pigmento sintetico) e l’invenzione dei Post-it. Questi esempi sono in realtà abbastanza noti. Ma come sarebbe stata adesso la nostra società se ognuno di questi esperti avesse categorizzato i propri “errori” in quanto tali e li avesse ignorati (e forse anche maledetti)? Sta proprio qui la chiave del progresso: essa consiste nell’accettazione dell’errore, dell’incertezza e del disordine che rendono possibile compiere un’osservazione più profonda, cogliere i dettagli e porsi nuove domande, spesso paradossali. Può infatti rivelarsi fondamentale, nella risoluzione di un problema, fare il contrario di ciò che si è sempre fatto, anche ignorando l’opinione degli esperti. Essi possono infatti essere ritenuti tali, purché siano capaci di riconoscere i propri limiti e i propri errori e trarne beneficio. È quindi fondamentale nel processo che determina il progresso, non essere intimoriti dai fallimenti (che costituiscono la maggior parte della vita di ognuno di noi), poiché più se ne ha paura, più ci si impegna ad evitarli e più si diventa vulnerabili. L’esempio riportato da Carofiglio, risalente al “Libro della Via e della Virtù” di Lao Tzu, evidenzia quanto il fallimento sia un prezioso processo naturale, che può condurre a qualcosa di migliore:

Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.