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L’estate fredda

  • bearagblog
  • 23 mag 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

“L’estate fredda” è un romanzo di Gianrico Carofiglio, noto autore barese. È stato pubblicato nel 2016 dalla casa editrice Einaudi al prezzo di €13,00.


Ambientato a Bari nell’anno delle grandi stragi di Capaci e via D’Amelio, il racconto è narrato, anche se in terza persona, dal punto di vista del maresciallo dei carabinieri Pietro Fenoglio. Egli si trova alle prese con un’indagine di colossale importanza e dalla macabra trama, riguardante il rapimento e la morte del figlio di dieci anni di un boss della mafia barese. Se inizialmente le più chiare intuizioni sembrano seguire una pista, poco dopo, grazie alle dichiarazioni di un pentito rivale del boss, esse sono destinate a cambiare del tutto direzione, svelando il più impensabile dei colpevoli.

Allo stesso tempo, il maresciallo, è alle prese con la complicata situazione del suo matrimonio, che si trova in stallo per varie ragioni, la quale è motivo di profondo sconforto. Anche questo aspetto, tuttavia, subirà una speranzosa svolta.


Le accurate descrizioni dei fatti e delle procedure giudiziarie, come quelle dell’anima del protagonista, che si mostra essere più vicino a noi piuttosto che a una utopica figura di un uomo delle forze dell’ordine, gettano le basi per la riuscita di questo romanzo, che oltre ad istruire sul funzionamento della malavita, mette anche in guardia davanti alla realtà che forse è ciò che di più assurdo e inconcepibile possa esserci nel mondo e che di conseguenza non va guardata, va studiata, attraverso conoscenze, razionalità e sentimenti, se ben equilibrati.

È proprio in questi giorni che ricordiamo una delle azioni di mafia piu tragiche e significative della storia italiana, quella della strage di Capaci, nella quale rimasero uccisi i magistrati e coniugi Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, assieme agli uomini della loro scorta.

Romanzi incredibilmente strutturati ed ideati come questo, hanno la principale funzione di mimesi del funzionamento e delle conseguenze della piaga che ammala l’organismo della nostra nazione e anche tutti quelli del mondo intero. Non è solo in giorni commemorativi come questo che abbiamo il dovere di non dimenticare l’orrore che portano queste organizzazioni di criminalità, che partono proprio dalle più piccole e (apparentemente) insignificanti attività. È proprio perché inganna le apparenze che prima ancora di combattere la mafia degli attentatori, va sconfitta la mafia che c’è in ognuno di noi, quella che annebbia l’onestà e favorisce l’omertà, dettate forse dalla paura di qualcosa di pericoloso, ma pericoloso tanto quanto i nostri atteggiamenti incivili, che danneggiano la nostra società e, di conseguenza, anche noi stessi.

 
 
 

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